Prima di fare "copia" e "incolla"

Quando decidi di copiare ed incollare i contenuti di questo blog, abbi almeno il buon senso di citarne la fonte.
Scrivere i contenuti di queste pagine è un lavoro molto impegnativo: c'è uno sforzo di memoria, di attenzione nello scrivere il dialetto in maniera precisa e un sacrificio di tempo. Tutto questo lo facciamo per non mandare perse tutte quelle "cusarelle" della nostra terra. Grazie per la collaborazione.
"Me par’ la ciuccia re Raspone"
Questo motto nasce da un fatto realmente accaduto. Nella contrada “ Foce”, c’era una famiglia detta “chille re Raspone” come soprannome. In questa famiglia c’era stato un fidanzamento poi interrotto, non si sa per quale motivo. A quei tempi usava fra i promessi sposi, scambiarsi numerosi e costosi regali, soprattutto in oro (u’ runative: il dono). Quando i fidanzati si lasciarono, lui non rivolle indietro tali doni. Allora l’altra famiglia per farne scempio, ci adornò l’asina a carnevale e la portò in giro per la città. Il detto che ne è scaturito si riferisce a persone esageratamente e volgarmente agghindate.

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