"Me par’ la ciuccia re Raspone"
Questo motto nasce da un fatto realmente accaduto. Nella contrada “ Foce”, c’era una famiglia detta “chille re Raspone” come soprannome. In questa famiglia c’era stato un fidanzamento poi interrotto, non si sa per quale motivo. A quei tempi usava fra i promessi sposi, scambiarsi numerosi e costosi regali, soprattutto in oro (u’ runative: il dono). Quando i fidanzati si lasciarono, lui non rivolle indietro tali doni. Allora l’altra famiglia per farne scempio, ci adornò l’asina a carnevale e la portò in giro per la città. Il detto che ne è scaturito si riferisce a persone esageratamente e volgarmente agghindate.
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